Aldo Carpanzano

3x Top Voice: Copywriting, Performance Marketing & Content Strategy || Direttore Marketing Freelance || Copywriter & Copy Chief

 

[DISSING] L’inganno della formazione marketing, vendita e business in Italia.


Ah, oggi mi sono svegliato abbastanza polarizzante.


Sono nel treno per Milano e per ammazzare il tempo ho deciso di scrivere un po’ di cose NON molto gentili nei confronti della categoria dei formatori, guru del marketing, della vendita e di qualsiasi altra cosa che abbia a che fare col business.


⚠️ Fermo lì, non intendo fare di tutta l’erba un fascio. Ad onor del vero, ci sono ottimi formatori.


Anche se in realtà più che formatori alla fine sono consulenti molto orientati all’implementazione.


Quindi, prima che te lo chiedi, ti dico che non tutti sono il MALE.

Quelli bravi, etici e utili ci sono… Ma sono davvero pochi.


E no, non ne citerò nemmeno uno, così che tu possa pensare liberamente che io ce l’abbia con qualcuno nello specifico, alimentando il gossip e creando curiosità.



Dai, ca**ate a parte, Let’s go.


Una delle cose che odio di più di molti formatori è che si limitano a dire COSA potresti fare e tralasciano completamente il COME e il QUANDO DOVRESTI farlo.


Per certi versi la formazione è utile, permette di crescere e aumentare la propria consapevolezza in un determinato argomento.

Puoi velocizzare di molto la curva di apprendimento quando impari da qualcuno più esperto. Ti consente di fare quel click che da solo non faresti, una sorta di risveglio illuminante che ti fa chiedere “Oh, ma davvero ho vissuto fino a ieri senza sapere sta roba?”.


Peraltro, in Italia, lo sottolineo, ci sono ottimi formatori.


Tuttavia, non è tutto rosa e fiori.

Il problema, o meglio, i problemi?


In primis, quelli davvero bravi che riescono a farti concetti pratici e applicabili realmente, sono pochi, spesso verticali e difficilmente si espongono alla “massa”.


Secondo me sono meno dell’1% oggi.


Anche perchè è davvero pieno di Guru e chiunque si sveglia la mattina e non sa cosa fare nella propria vita, magari addirittura come primo impego, senza la ben che minima esperienza, decide di mettere su un Business di Formazione.

Perchè di business si tratta, eh.


Se lo fai bene è anche abbastanza remunerativo, pochi costi, pochi sbatti, tanta liquidità.


E quindi eccoli che, dopo aver a loro volta copiato di sana pianta un corso da qualche altro GURU italiano o Americano (questi vanno per la maggiore), iniziano a fare i guri gurissimi con tutte le verità in tasca.


Custodi di una verità assoluta, la stessa che puoi trovare però gratuitamente su Google, YouTube o Chatgpt.


In pratica non fanno altro che sciorinare concetti già visti, già sentiti, roba che nel 99% dei casi Chatgpt ti darebbe delle risposte da Nobel a confronto.


(Quelli che preferisco sono quelli che lavoravano con un guru, se ne vanno perchè il guru non capiva nulla e poi però gli rubano i clienti dal crm per proporgli i loro servizi)


Ma alla fine, se riescono a vendere, bravi loro, no? Per me no, ma alla fine vendono anche, quindi qualche allocco che gli da retta ci sarà.


Il discorso però si complica e diventa quasi poco etico (e per nulla pratico) nel momento in cui l’imprenditore o qualsiasi altra forma di cliente vuole passare dalla teoria alla pratica.


Scenario post corso di formazione con GURU GURISSIMO

Nella maggior parte dei casi lo scenario è questo:

“Formatore Marketing X” dal palco o in un webinar con centinaia di imprenditori davanti (dal panettiere all’industriale): “per ottenere il meglio dal marketing, dovresti fare adv su tutte le piattaforme, dovresti avere un funnel, dovresti fare seo, dovresti fare contenuti, dovresti diventare esperto nel copy, avere più punti di accesso, 3 landing (una per traffico freddo, una per traffico consapevole e una per traffico estremamente consapevole, devi scrivere un libro, un magalog, una campagna di farming, un paccone (e potrei continuare all’infinito)”.


Dall’altra parte l’imprenditore comprende che deve diventare un esperto di marketing tipo tecnico di agenzia, che il suo nuovo lavoro adesso è fare marketing.


Chissene del resto, ora conta solo questo.


“Ora ho capito che il mio compito in azienda è fare il marketing, l’unica cosa che conta davvero”


Scemo io che pensavo che fare azienda significasse anche migliorare il prodotto, concentrarsi sull’assistenza clienti, gestire i collaboratori, fare ricerca e sviluppo, far quadrare i numeri, prendere decisioni strategiche, preoccuparsi della vendita e, certo, anche del marketing e dell’advertising (che sono 2 robe diverse, ve lo dico, sappiatelo).


Che poi riflettendo…


Amico mio imprenditore…uno scemo da un palco o in webinar ti dice una roba del genere e tu te la bevi?


Cioè, fammi capire…

Fai azienda da anni, l’hai portata anche ad un certo livello, e dopo aver sentito un pagliaccio nel suo tendone da circo, decidi che da oggi ti concentri solo sul marketing?


Come se fino a ieri fossi uno st****o e i risultati che hai ottenuto fossero insignificanti.


Come se una persona che non ha minimamente idea di come funziona la tua azienda e di cosa hai fatto fino ad oggi, di quello che hai sopportato per essere dove sei, potesse sapere meglio di te come farla funzionare.


No, dico, ci sei? Capitano a tutti momenti difficili ma non perdiamo la bussola in questo modo.


Ma proseguiamo, perché adesso arriva il bello.


Nella maggior parte dei casi, dopo l’illuminazione (o meglio fulminazione) da corso di formazione, succedono solitamente 2 cose (+1):

  1. Cadi nell’immobilismo e nella paralisi delle troppe cose da fare. Hai ricevuto troppe informazioni superficiali e tutte insieme che quando capisci cosa dovresti fare sei confuso;
  2. Cerchi di imparare qualsiasi cosa, e, tra ciò che dice il formatore x e ciò che ha imparato nei vari corsi + tecnici, inizii a saperne (o meglio inizi a credere di sapere) di più dei professionisti ai quali poi ti affiderai per scaricare a terra tutto ciò che un tizio da un palco ti ha detto di fare (anche se non sa nemmeno cosa fai per vivere e che prodotto vendi).

(Il +1 è il fatto che molti imprenditori iniziano davvero a credere di essere dei critici del marketing, iniziano a commentare quanto sia scemo quel brand che non fa marketing a risposta diretta, quanto sia sbagliata quella campagna, e bla bla bla)


La scenario che ne consegue è più o meno questo:

L’imprenditore si rivolge al freelance o agenzie, dicendogli esattamente cosa fare a livello teorico.


L’agenzia può fare 2 cose:

  1. per accontentare tutte le richieste e scaricare a terra le N attività di cui sopra, presenta un preventivo da decine e decine di migliaia di euro -> versione dell’imprenditore: “l’agenzia mi sta truffando, alla fine gli dico io cosa fare”
  2. A seguito di una consulenza, l’agenzia taglia l’80% delle attività di cui sopra e inizia a partire da quel 20% di attività che portano a casa l’80% dei risultati ->  versione dell’imprenditore: “questi non capiscono nulla, non sono in grado di fare quello che gli ho chiesto, non hanno voglia di lavorare”

E inizia così il tour di agenzie e freelance che “non sanno minimamente fare il lavoro” e che “mi hanno chiesto una cifra spropositata“.


Per uscire da questo tunnel basterebbe semplicemente un minimo di analisi del contesto.

Dai, il più delle volte è così…


Manca completamente la comprensione del contesto nel quale la tua azienda opera.

Dopo anni in trincea posso dirlo senza paura di essere smentito: qualsiasi funnel, tecnicismo, sito, campagna, diavoleria tecnica è inutile se non comprendi il vero contesto nel quale opera la tua azienda.


Quando si tratta di strategia e tattica di marketing, quando organizzi il flusso e gli script del tuo reparto commerciale, quando pianifichi gli investimenti, ciò che fa la differenza tra un’operazione di successo e una fallimentare è quasi SEMPRE il CONTESTO.



Esempio scemo ma funzionale (tratto da una storia vera)1:

Hai un’attività locale? Con tutta probabilità la seo, il paccone, le 3 landing page e tutto quello che formatore x dice sono completamente inutili se ancora non hai validato un’offerta di front-end e non stai facendo un minimo di advertising.


Parliamone…


Una volta, anni fa, ho litigato con un cliente che non aveva uno stralcio di campagna attiva e funzionate, non aveva mai fatto advertising online e voleva spendere 30 euro al giorno. Per iniziare a sponsorizzare voleva che gli realizzassi 3 landing divise per livello di consapevolezza perchè il suo guru gli aveva detto che doveva fare così (la sagra della ca****a proprio).


Ah, parliamo di un’attività locale in Abruzzo, con un bacino di utenti di qualche centinaia di migliaia persone, e forse 80km di diametro.

E io che non volevo rubargli i soldi mi sono rifiutato di farlo.


Poi cosa facciamo, spendiamo 10 euro al giorno per ogni landing page? Ma io bo…


Esempio scemo ma funzionale (tratto da una storia vera)2:

Hai un’attività online e stai partendo adesso? Invece di partire dalla seo, dal posizionamento, dal branding “parole milanesi inglesi a caso awanagana” e spendere decine se non centinaia di migliaia di euro prima ancora di validare un prodotto…


Che ne diresti di mettere su un sistema per acquisire clienti e validare il tutto prima di farti incaprettare con il posizionamento studiato a tavolino e farti bruciare decine o centinaia di migliaia di euro?


(Che magari poi l’idea geniale che hai avuto, quella che hai costruito col tuo guru preferito, non funziona ed eviti di buttare dalla finestra secchiate di soldi? Faccio per dire, eh).


I soldi poi ognuno li spende come vuole eh!


Ma magari…

Prima ancora del paccone, del blog, del magalog e delle 3 fottute landing page (che nel 90% dei casi non servono a una s….), del funnel lungo e complicato…


Inizia ad analizzare il contesto e fai piccole azioni che validano il tutto e ti portano anche uno straccio di risultati.

Forse è meglio, che dici?


Non dico di non farti fare da qualcuno il branding o il posizionamento…Ma magari prima validare un attimo il progetto? Che dici?

Il contesto è la cosa più importante.


Non esistono strategie o tattiche universali.

Una catena di ristoranti e uno studio di commercialisti non hanno nulla in comune. Perché dovrebbero funzionare le stesse cose?

Un’azienda di coaching e una di formazione per venditori, ha dinamiche diverse, clienti diversi, target diversi, dinamiche diverse.


Un’attività locale e una nazionale o internazionale non funzionano allo stesso modo, perchè mischiare le mele con le pere?

Perché dovresti trattarle allo stesso modo?

Mi sembra abbastanza ovvio, eppure ho sentito con le mie orecchie, consigli di marketing totalmente indifferenziati dati per garantiti, livello dogma, a malcapitati imprenditori che volevano semplicemente far funzionare un po’ meglio l’acquisizione e la monetizzazione di nuovi o vecchi clienti.


Sia in consulenza, sia nelle zoom, sia agli eventi.


Che poi, GURI, parliamoci chiaro…

Posso capire che fate formazione, guadagnate magari anche tanto e son contento per voi…Ma potreste anche smetterla di dare consigli ad cazzum con le prime cagate che vi passano per la testa.


Perchè non so se lo avete capito…Ma la gente poi vi prende sul serio, si fida e si fa del male.


Se proprio volete fare i guru, lasciate perdere la consulenza, lasciate perdere i consigli operativi, limitatevi a ripetere a pappagallo quelle 4 cose che sapete. I soldi li fate lo stesso ma almeno limitate i danni.


Per concludere…

Io sono uno di quelli che ogni anno spende decine di migliaia di euro, molte decine, per formarsi.


Lo trovo un bel modo per mantenere la mente attiva e fare network, conoscere persone interessanti.


Anche perchè organizzando anche eventi, mi piace vedere come si muovono e cosa fanno gli altri.

Tuttavia, ascolto sempre con la consapevolezza di non essere l’ultimo degli scemi ma con l’umiltà di poter imparare un pò da tutti.


La consapevolezza che non devo per forza condividere o applicare quello che imparo per come mi viene propinato.

L’apertura mentale di mettere in discussione anche ciò che so, senza pensare “io faccio un milione ed ho sempre ragione” classica argomentazione di vendita da GURU Scemo.


Prima di dare per buono quello che mi viene detto lo testo, lo stresso e poi nel caso ne riconosco l’utilità. Mi domando se e come potrei far funzionare per me quella determinata cosa.

Metto tutto in discussione, anche e soprattutto me stesso.


Quando ascolto cose troppo distanti da me o dalla realtà non reagisco nemmeno benissimo perchè sono una persona pratica e concreta. Quando vedo che le cose sono palesemente dette per creare confusione o instillare dubbi…mi alzo e me ne vado.


(Come ho fatto ad un evento 3 settimane fa a Milano, con di anticipo rispetto alla fine del corso).


Il mio consiglio per sopravvivere in questa giungla:

Ripeto: la formazione fa bene se presa con le pinze e adattata al proprio contesto.


Ripeti con me…


La formazione fa bene se presa con le pinze e adattata al proprio contesto.

La formazione fa bene se presa con le pinze e adattata al proprio contesto.

La formazione fa bene se presa con le pinze e adattata al proprio contesto.


Soprattutto nel Marketing, se vuoi realmente progredire, ottenere risultati e continuare a occuparti di tutte le cose importanti che devi fare per mandare avanti l’azienda (senza diventare un tecnico)…


Devi analizzare bene il contesto e comprendere dove ti trovi.


Valuta in funzione del budget che hai a disposizione, analizza in modo distaccato quali potrebbero essere i primi passi, le primissime attività che potrebbero avere un impatto significativo.


Per passare da zero a 10 devi passare prima dall’1, poi dal 2 e poi continuare.

Non fare l’errore di voler partire dal 10.


Avere un’azienda vera in Italia non è come avere un business di formazione.

A differenza dei guru, tu difficilmente puoi imbrogliare, camuffare e saltare quelle fasi propedeutiche per il successo.

Quindi datti da fare, non cadere nell’inganno o nella paralisi da formazione.


Un passo alla volta, un pezzetto alla volta, tutti i giorni.

Per oggi è tutto


Aldo Carpanzano


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